Chissà quante volte dopo esserci pesati abbiamo detto “sono dimagrito oppure ingrassato x chili”. In realtà avremmo commesso un errore. La bilancia infatti è uno strumento in grado di dare esclusivamente informazioni quantitative sulle variazioni di peso senza dirci però cosa abbiamo realmente perso. Non ci dirà mai togli la maglia o il pantalone! Mantenendo sempre la stessa tara, dovremmo invece dire “ho perso peso” se la bilancia mostra una diminuzione rispetto alla precedente misurazione, al contrario “sono aumentato” di peso nel caso di un incremento.
Il nostro organismo infatti è costituito di vari compartimenti che quando sono in equilibrio tra loro definiscono lo stato di buona forma fisica. Abbiamo il compartimento magro (massa muscolare, massa ossea e massa cellulare) e il compartimento grasso. Entrambi sono indispensabili nelle giuste proporzioni per il corretto funzionamento del nostro metabolismo. Il dimagrimento è per definizione la perdita della massa grassa, che può essere misurata solo con una strumentazione specifica come l’impedenziometro.
È importante fare chiarezza su questo concetto perché quando ci troviamo a seguire una dieta dimagrante dobbiamo essere certi che i risultati ottenuti portino ad un’effettiva riduzione della massa grassa. Se abbiamo perdite nel compartimento magro superiori al 25% più che dimagriti saremo deperiti. Ciò non solo ci può esporre a problemi di salute, ma esteticamente potrebbe peggiorarci in quanto manifesteremo perdita di tono muscolare e pannicoli adiposi più evidenti.
In quest’ottica per ottimizzare le chance di dimagrimento è necessario seguire una dieta equilibrata con perdite di peso che, fatta eccezione per le prime settimane, dovranno essere lente e costanti. Da 1 a 2 Kg al mese sono la stima perfetta per ottenere il migliore risultato finale. È certamente più stimolante perdere tanti chili velocemente. Ma questa strada si potrebbe rivelare una illusoria trappola. Infatti, a seguito di una riduzione di peso eccessiva e in tempi brevi non solo il nostro corpo rischierà di subire danni fisici e metabolici, ma non avendo tempo necessario per abituarsi al nuovo regime, con facilità, appena si mollerà un po’ il regime, si riprenderà in un baleno tutti i Kg persi.
Molto interessante e utile per chiarire meglio questo principio scientifico, è il caso di un mio paziente che, pur essendo in uno stato di normopeso presentava un sbilanciamento della massa grassa, rispetto alla massa magra. Per la precisione si trattava di un ragazzo diciottenne alto 1,78 m con peso di 74,2 Kg (BMI 23,4) e percentuale di massa grassa pari a 26,3% (valore normale da 16 a 20%). Dopo 6 mesi di dieta alimentare personalizzata e attività fisica mirata i dati nuovi presentavano un peso più o meno uguale (73,8 Kg) e una massa grassa pari a 18,9%. Una conversione della massa grassa in eccesso in massa magra, in grado di aumentare l’indice di forma fisica e il grado di performace.
Ciò ci dimostra che la perdita di peso è soggettiva e non può essere ridotta a un numero estrapolato da tabelle generiche. Bisogna fare un vero e proprio studio del peso corporeo e poi stabilire l’obiettivo finale.